Museo Renzo Collura di Grotte

Forse aveva ragione Leonardo Sciascia quando diceva che i siciliani hanno il difetto di non credere che le idee possano muovere il mondo. Però, va ammesso, molte cose sono state realizzate – e si continuano a realizzare – in Sicilia anche attraverso le idee. Ed è proprio un’idea – forse troppo lungimirante, per alcuni – di cui si vuole qui accennare, cercando di illustrarne le più auree prospettive future. Da molti decenni si dibatte a Grotte attorno all’idea di istituire il Museo civico d’arte contemporanea dedicato alla memoria del maestro Renzo Collura. Progetto che ha visto, tra alti e bassi, non poche peripezie e rallentamenti, per lo più a causa delle solite “gelosie” interne all’amministrazione comunale, che hanno – diciamolo pure – un sapore squisitamente provinciale.
Il progetto di fondazione del Museo Civico d’Arte Contemporanea dedicato alla figura di Renzo Collura, insigne artista grottese ed esponente della cultura figurativa del Novecento siciliano, nasce, grazie all’interessamento del figlio Athos Collura e di alcuni giovani studiosi d’arte contemporanea, con tutt’altre intenzioni: l’idea è quella di promuovere l’arte moderna e contemporanea e di documentare e valorizzare l’opera di Renzo Collura attraverso una struttura museale adeguata ai più aggiornati standard museografici e didattici.

Ma chi era Renzo Collura? Forse è il caso di accennarlo brevemente – visto che probabilmente questo nome poco rievoca alle orecchie dei cittadini grottesi.

Renzo Collura (Grotte 1920-Palermo1989), eminente figura del panorama siciliano dell’arte contemporanea dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: era stato direttore della Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo di Palermo dal 1959 al 1977, ma nel contempo pittore di straordinaria inventiva, pervenuto nella sua pittura a una decantazione dei valori formali nell’ambito di una dimensione costruita con elementi figurativi, con sfondi architettonici, con muri barocchi dell’entroterra siciliano, quasi desertici e popolati a volte da pochi ed emblematici personaggi, in chiave squisitamente metafisica, e con scenari paesistici sempre più rarefatti. Compie i suoi studi artistici a Torino, ma affina i suoi interessi culturali nel corso delle vicende belliche che lo vedono poco più che ventenne operare in Grecia dove ha modo di approfondire la conoscenza dell’arte classica e bizantina fino al punto di esercitarsi anche nel restauro di antiche icone. Passato in Albania, vi rimane, anche dopo la cessazione delle ostilità, alle dipendenze quale “specializzato” di quel Ministero per la Cultura Popolare, con l’incarico di organizzare e dirigere un corso di avviamento artistico. Stabilitosi a Palermo, dopo il suo rientro in Sicilia avvenuto nel 1947, viene assunto alla Biblioteca comunale e partecipa, nel contempo, a numerose rassegne regionali e nazionali. Alla fine del 1977 Collura ritiene ormai esaurito il suo compito di pubblico funzionario e decide di ritornare a tempo pieno alla sua attività di pittore.

Alla fine del 1977 Collura ritiene ormai esaurito il suo compito di pubblico funzionario e decide di ritornare a tempo pieno alla sua attività di pittore. Segue così un’intensa attività espositiva con mostre a Palermo, Padova, Roma e in molte altre città. Nel 1990 il Comune di Racalmuto gli dedica una suggestiva mostra retrospettiva dal titolo: “Renzo Collura. Memorie e fantasmi”, fortemente voluta e curata da Piero Carbone, Athos Collura e Nicolò D’Alessandro. Nel 1999, in occasione del decennale della sua morte, il Comune di Grotte gli ha dedicato un’antologica alla quale hanno dato il loro contributo rinomati critici e studiosi d’arte; e inoltre gli viene dedicata una delle piazze storiche di Grotte – l’ex piazza Fontana, oggi intitolata Piazza Collura – dall’artista più volte raffigurata nella sua produzione pittorica.

Dopo questa pregevole iniziativa, sempre a Grotte, nel 2000, è stata indetta la prima edizione del “Premio Regionale d’Arte Renzo Collura ai giovani artisti delle Accademie di Palermo e Catania”, iniziativa voluta dal figlio dell’artista e da Angelo Collura, allora assessore alla cultura di Grotte. Tale mostra itinerante fu richiesta con successo in molte città italiane quali Catania, Ancona, Bologna ed anche al Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano; e fu ospitata nel 2001 come iniziativa di interesse culturale alla 12ª Arte Fiera di Padova, riscuotendo un enorme successo di critica e di pubblico.

Ma torniamo ad oggi!

Ecco qualche anticipazione del futuribile museo, secondo le idee dell’erede del grande artista grottese e dello scrivente, che ha elaborato un articolato progetto quinquennale.
Il Museo potrebbe essere organizzato in tre sezioni, con lo scopo di diversificare le collezioni nelle sedi più opportune. Queste sono: l’Ex Scuola Elementare “Leonardo Sciascia”, la Torre del Palo e l’ex Chiesa di San Nicola (recentemente restaurata). La prima, per le caratteristiche logistiche di spazi e ambienti idonei ad accogliere corpose collezioni d’arte contemporanea, sarebbe adibita a sede centrale del museo, dove troverebbero spazio le collezioni delle “opere prime” donate da 76 artisti viventi di fama internazionale e le nuove acquisizioni future; lo stesso edificio ospiterebbe gli uffici di direzione, la biblioteca, gli archivi, la sala convegni, le sale per i depositi, il bookshop ed eventuali sale didattiche.

Tra i nomi più prestigiosi in campo internazionale di artisti che hanno già aderito all’iniziativa di donare le loro “opere prime” al Museo Collura, si segnalano: Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Tullio Pericoli, Alessandro Algardi, Omar Galliani, Ugo Attardi, Ugo Nespolo, Giulio Paolini e Michelangelo Pistoletto. Nomi di spicco dell’arte italiana del Novecento che non hanno certo bisogno di presentazioni. Un progetto quindi che si pone come vero e proprio polo museale per l’arte del XX secolo, unico nel suo genere in Italia. Inoltre, la diversificazione delle sedi, in linea con l’idea di museo diffuso, permetterebbe un certo dinamismo nel rapporto con il pubblico e la fruizione, permettendo anche la rivalutazione di monumenti e angoli del centro storico di Grotte, già depauperato nel tempo dall’incuria delle varie amministrazioni dagli anni Cinquanta a oggi. La Torre del Palo ospiterebbe la raccolta di 27 opere (21 dipinti e 6 opere di grafica) di Renzo Collura donate al Museo dal figlio Athos. L’esterno del monumento ospiterà nel tempo istallazioni e sculture di artisti locali ed esteri. Mentre l’ex Chiesa di San Nicola, opportunamente allestita museograficamente, potrebbe candidarsi come sede definitiva della raccolta di dipinti di diversi artisti siciliani del Novecento (Collura, Gianbecchina, Bonanno, Sucato, Carisi etc…) dedicati al tema delle “Stazioni della Via Crucis”, realizzati per il Calvario e donati al Comune di Grotte nelle due edizioni del 1982 e del 1983.

Il Museo potrebbe aprire al pubblico con un’ampia mostra retrospettiva dedicata a Renzo Collura, con opere provenienti da collezioni private e pubbliche siciliane e nazionali, con un comitato scientifico di studiosi di rinomata fama nel campo dell’arte contemporanea e altri qualificati studiosi; e la pubblicazione di un catalogo scientifico con l’opera completa dell’artista.

Queste in sintesi le linee guida del progetto ispirato dal noto artista Athos Collura, che dopo la donazione al Comune di Grotte di un corpus di opere del padre non vede ancora alcun riscontro fattivo, salvo una delibera comunale piuttosto vaga e inconcludente che formalmente vede istituito il museo, senza traccia di un serio progetto perseguibile. Sono stati anche segnalati al Comune di Grotte diversi bandi pubblici promossi dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, diretti proprio al finanziamento di nuove realtà museali per l’arte contemporanea, ma ancora nessuna risposta. Allo stato attuale, molto oggettivamente, va registrato quanto segue: esiste un progetto di ampia veduta; esistono le collezioni, esistono le sedi opportune, esistono gli studiosi e i critici pronti ad occuparsi con entusiasmo del museo, esiste anche la piena adesione della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento e vi è anche l’intenzione “sincera” da parte del Sindaco di Grotte di dare seguito al progetto.

Non manca quindi l’idea o le idee, e neanche chi vi crede concretamente – magari chi vi crede non si illude certo di “cambiare la Sicilia”, ma quanto meno di sprovincializzare per quanto possibile la cultura figurativa locale attraverso un museo di concezione moderna rivolto a un vasto pubblico – e non mancano neanche le opere d’arte. L’arcano rimane aperto, a meno di improvvise, quanto attese e serie prese di posizione da parte dell’Amministrazione Comunale di Grotte – sempre che questo Comune sia realmente intenzionato a ospitare e sostenere il vasto progetto. Pare, infatti, che già altri comuni limitrofi abbiano manifestato l’intenzione di accogliere la grande iniziativa, ritenendola un’occasione irripetibile di sviluppo culturale e artistico per tutta la Sicilia sud-occidentale, piuttosto carente sul piano museale per quanto riguarda l’arte contemporanea. Chi scrive si augura, viste le concrete premesse culturali, di poter vedere “smentita”, una volta tanto, la realistica quanto drammatica frase con la quale il Maestro di Regalpetra metteva lucidamente a fuoco un aspetto triste di quella “sicilitudine”, di cui ancora risentiamo, ma dalla quale è giunto ormai, forse, il tempo di liberarsene del tutto.