A Roma una grande mostra racconta la storia dell’Occidente cristiano
28 ottobre 2009
Tra tavole medioevali e dipinti imponenti, preziosi diademi e codici miniati, i capolavori dell’arte da un lato presentano conversioni e persecuzioni, battesimi e battaglie che hanno congiunto la vicenda dei popoli europei al cristianesimo, e dall’altro dischiudono le porte regali di una ideale iconostasi, confine dove si congiungono fede e bellezza, visibile e invisibile, temporale e spirituale.
Promossa dal Governo italiano, tramite l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, e dalla Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, la mostra, curata da Don Alessio Geretti, nasce dalla collaborazione tra il Comitato di San Floriano – istituzione culturale e religiosa del Friuli Venezia Giulia, che propone annuali mostre d’arte sacra di rilievo nazionale ad Illegio, in Carnia – ed il Polo Museale della città di Roma, ed è organizzata da MondoMostre, protagonista della riuscitissima monografica su Sebastiano del Piombo e delle dieci grandi mostre della Galleria Borghese.
L’Europa è posta sotto la protezione di sei santi patroni, scelti tra i principali protagonisti della sua evangelizzazione, tra primo e secondo millennio dell’era cristiana, emblematici per l’impronta che lasciarono nella storia dei popoli latini, nordici e slavi e per la sintesi di valori culturali e religiosi trasmessi in eredità.
Ogni singolo Stato europeo, peraltro, ha i suoi santi patroni, talora acclamati dalla devozione popolare ed immortalati per le opere di carità di intramontabile valore compiute, talvolta eletti dal potere politico o celebrati da élites di intellettuali ed artisti, o ancora impugnati come vessilli e catalizzatori dell’identità nazionale nell’epoca del sorgere degli Stati nazionali o dei movimenti per l’indipendenza ottocenteschi.
Testimoni del fatto che l’Europa è molteplice, nel segno delle identità e delle autonomie che la compongono da sempre, ma anche una, quanto ai fondamenti culturali della sua civiltà, i settanta santi patroni dei diversi popoli europei hanno ispirato nei secoli le migliori espressioni delle arti, della liturgia, della mistica e della religiosità popolare: è a tutto ciò che la mostra di Palazzo Venezia vuole rendere omaggio, invitando a scoprire con eleganti accenni – opere scelte per indicare percorsi di agiografia, storia sociale e politica, evoluzione della vita religiosa – un patrimonio ricchissimo.
Questa novella Legenda Aurea, sontuosamente illustrata nella mostra romana, consentirà di cogliere in controluce sulla mappa dell’Occidente la filigrana del rapporto tra Chiesa e comunità politica: un rapporto decisivo e complesso per spiegare da dove provengano all’Europa molte delle sue conquiste e delle sue grandezze.
In ultima analisi, questa esposizione si propone di affrontare e dare un contributo per sciogliere i più delicati nodi del dibattito culturale contemporaneo – le questioni delle identità, della laicità, delle civiltà e delle religioni – non con la fatica di ragionamenti serrati ma con il fascino del bello, attraverso cui intuire le soluzioni incarnate nella vita dei più santi degli europei e dei più europei dei santi.
Originata dalla chiara ispirazione religiosa del suo curatore, la mostra può essere fruita anche con un’ottica laica, come esercizio per l’approfondimento e lo studio delle radici storiche e culturali dell’Europa e delle società di molti Paesi europei.
La rassegna a Palazzo Venezia comprende capolavori dei massimi geni dell’arte di tutti i tempi: dalle Stigmate di San Francesco del van Eyck della Galleria Sabauda di Torino, al Martirio di San Pietro di Guercino dalla Galleria Estense, dal San Giovanni Battista di Caravaggio dalla Galleria Corsini, al San Luigi IX di El Greco dal Louvre, da L’Imperatore Teodosio e Sant’Ambrogio alla Cattedrale di Milano di van Dyck dalla National Gallery di Londra al San Giorgio del Mantegna o al San Giovanni Battista di Tiziano, entrambi in prestito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal San Giacomo vittorioso di Tiepolo da Budapest all’Immacolata Concezione del Murillo dal Prado di Madrid.
Una collezione di tesori assoluti, raccolti dal filo conduttore dell’intreccio fra potere, religione e arte.