L’Autorità palestinese ha chiesto con urgenza al Comitato per il Patrimonio dell’Unesco di occuparsi del caso della Basilica della Natività a Betlemme e con soli sei contrari e due astenuti il sito è entrato a pieno diritto nel patrimonio dell’umanità.
Una decisione che era già nell’aria durante la visita di Vladimir Putin presso il sito, anche se non sono mancate le reazioni da parte di Israele e degli Stati Uniti. Ma le critiche sono arrivate anche dalla Custodia francescana di Terra Santa e dalla chiesa armena e greco-ortodossa.
“Profondamente delusi” si sono dichiarati gli Stati Uniti, mentre Israele riconosce in questa decisione, specie nell’urgenza con la quale é stata presa che si applica normalmente solo a situazioni gravissime, un atto politico. Un altro passo in avanti per i palestinesi che dopo aver ottenuto la poltrona all’Onu sono ora entrati nell’Unesco con il riconoscimento della Basilica della Natività di Betlemme come patrimonio mondiale da custodire.
Le parole del portavoce del presidente Abu Mazen, Abu Roudeina sottolineano come questo riconoscimento sia una grande svolta per la causa palestinese. Specialmente, continua Abu Roudeina, perché il sito è a rischio, a causa dell’occupazione israeliana e della costruzione del muro di separazione.
Al di là dei significati politici è pur vero che la Basilica della Natività di Betlemme è un simbolo per tutta la cristianità e non solo e che necessita di urgenti interventi di restauro, affidati all’Autorità palestinese. Si stima infatti che circa 30 milioni siano necessari per fronteggiare i lavori, ad oggi erano Stati musulmani, quali l’Arabia Saudita, la Giordania e il Qatar a raccogliere fondi per il restauro della Basilica. All’interno della Basilica si trova la Grotta della Natività, il luogo in cui sarebbe nato Gesù con la scritta in latino “Qui dalla Vergine Maria è nato Cristo Gesù”.