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Elezione di Donald Trump: un’avvenimento che farà la storia

Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti, dopo aver vinto una sfida con Hillary Clinton, candidata del Partito Democratico, che sembrava favorita alla vigilia, ma ha poi dovuto arrendersi al voto popolare che ha portato alla Casa Bianca il suo rivale.

Il miliardario americano è riuscito a convincere con le sue proposte sia in tema di politica interna che in tema di politica estera, la maggioranza degli americani che si sono recati alle urne, e con lui i repubblicani hanno ritrovato la presidenza dopo gli 8 anni di mandato di Barack Obama, primo presidente afroamericano degli Stati Uniti.

Una elezione, quella di Trump, che ha suscitato molto clamore in tutto il mondo, con molte proteste che si sono accese nei giorni immediatamente successivi, e che vengono tenute sotto controllo dalla polizia. Certamente l’elezione su quella che è la poltrona di comando più importante del mondo, del “tycoon” statunitense, porta ad una svolta importante, visto che Trump non è un politico di professione, e forse proprio questo ha pesato a suo favore al momento del voto.

Dopo una campagna elettorale che non ha risparmiato violenti attacchi tra i due candidati, dopo l’elezione Trump si è calato in una figura più rassicurante e nello stesso tempo “politica”, richiamando tutti gli americani, sia i repubblicani, che i democratici, ad una maggiore unione, ad una unità di intenti, al lavorare insieme. Nel suo discorso post elezione, il magnate ha anche dichiarato “i dimenticati di questo Paese non lo saranno più”.

Nel programma del neo presidente degli Stati Uniti spiccavano alcuni temi come ad esempio la costruzione di un “muro” lungo il confine con il Messico, che impedisca l’ingresso negli USA ai clandestini, ed anche la condanna a 5 anni di carcere per chiunque entri negli USA in modo illegale; altri temi trattati in campagna elettorale dal miliardario americano sono la deportazione degli immigrati illegali, un numero stimato di 2 milioni di persone, la rottura di accordi commerciali con altri paesi ed anche di alcuni trattati di scambio a livello internazionale.

Sempre per quanto riguarda l’economia, il programma di Trump, prevede una “dichiarazione di guerra” nei confronti della Cina, che secondo il magnate effettua una concorrenza “sleale” verso le aziende statunitensi. Dal punto di vista della sanità Trump ha promesso di abolire la riforma sanitaria che era stata istituita dal suo predecessore, Barack Obama, mentre per quanto riguarda le tasse, la promessa più importante è stata fatta alla classe media americana che dovrebbe vedersi ridurre i prelievi fiscali del 35%. Per quanto riguarda la costruzione del muro e l’espulsione degli immigrati, Trump lo ha ribadito ulteriormente in una intervista che ha concesso alla rete televisiva CBS, durante la quale ha parlato anche di nominare alla Corte Suprema dei giudici che siano contro l’aborto. Tutte queste promesse dovrebbero trovare esecuzione entro i primi 100 giorni da quando Trump prenderà ufficialmente il potere nel prossimo gennaio.

Uno degli argomenti che sono stati analizzati durante la campagna elettorale è anche quello dell’energia, riguardo al quale Trump definisce una “bufala” la teoria del “riscaldamento globale” e punta invece ad un rafforzamento dell’uso del petrolio e degli altri combustibili fossili per aiutare lo sviluppo del Paese. A questo proposito nel programma del neo presidente è compreso anche lo smantellamento dell’EPA, “Environmetal Protection Agency”, l’agenzia che si occupa di salvaguardare l’ambiente oltre a promuovere l’utilisso e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile.

L’insieme di queste misure, secondo i calcoli del magnate e del suo entourage, dovrebbe far crescere l’economia nazionale ed il Pil, e come conseguenza portare alla creazione di posti di lavoro, alcune centinaia di migliaia, con una contemporanea diminuzione della criminalità. Nel suo programma questi principi sono stati definiti come semplici e “conservatori”, all’interno di un piano “audace”. L competitività delle aziende americane sarà rilanciata tramite una riduzione delle tasse, per cui nessuna potrà pagare una percentuale di tasse maggiore del 15%.

Nella stessa intervista alla CBS, Trump ha trattato anche un aspetto personale del suo mandato, dichiarando di avere intenzione di rinunciare all’emolumento che gli spetta, 400mila dollari l’anno, prendendo solo un dollaro l’anno come stipendio.