Definito dai suoi avversari uno Zar più che un uomo politico, Vladimir Putin è sicuramente uno degli uomini politici più importanti degli ultimi 20 anni a livello internazionale. E al di là delle controversie intorno alla sua figura, legate in gran parte alle accuse di corruzione, alle accuse di violazione dei diritti umani nel corso della guerra che ha incendiato la Cecenia e relativamente alle sue mire espansionistiche che negli ultimi anni si sono concretizzate nella annessione della Crimea e nel deciso intervento sullo scacchiere del Medio Oriente, con l’appoggio ad Assad in Siria, scelta che ha incrinato fortemente i rapporti con gli USA, non si può non ritenerlo l’uomo forte della Russia, colui che è stato capace di riportare il paese ad essere una superpotenza.
Ma qual è la biografia di quello che attualmente è il capo di stato russo? Putin nasce sul finire del 1952 e precisamente il 7 ottobre. La sua città di nascita è quella che oggi è nota come San Pietroburgo, all’epoca chiamata Leningrado. Quando Vladimir Putin ha 18 anni, decide di intraprendere un percorso universitario. La sua scelta cade sulla facoltà di legge e sullo studio del tedesco. Già all’epoca è appassionato di judo, sport che pratica tutt’ora. Terminata l’università arriva la prima svolta della sua esistenza, ovvero l’ingresso nei servizi segreti sovietici. Nel 1975 entra infatti al KGB e gli vengono assegnate attività di controspionaggio.
La sua scalata all’interno dei servizi segreti è folgorante e veloce. Poco tempo dopo il suo ingresso in questa realtà viene infatti inserito nel dipartimento estero e dopo alcuni anni viene inviato a Dresda. Qui è impegnato in attività di controspionaggio di tipo politico. Prima di lasciare l’Unione Sovietica vive però un momento personale molto importante: si sposa infatti con Lyudimila. Dalla loro unione, terminata nel 2014 con un divorzio, sono nate due figlie. Gli anni vissuti a Dresda servono a Vladimir Putin per conoscere una realtà in parte diversa da quella dell’Unione Sovietica, ma quando nel 1989 cade il Muro di Berlino si trova nella condizione di dover tornare precipitosamente a casa.
Una volta fatto ritorno a Leningrado mette a frutto gli anni vissuti all’estero e diviene il consigliere più ascoltato del sindaco. Mentre quest’ultimo mette in atto riforme di natura liberista e spinge con successo per il ritorno al nome di San Pietroburgo per la città, Putin si rende protagonista di diverse iniziative, come l’apertura della Borsa e una serie ininterrotta di privatizzazioni. Arriva al ruolo di vice-sindaco, ma la sua ascesa sembra fermarsi quando il suo diretto superiore perde la poltrona di primo cittadino.
Tuttavia quello che sembra un evento negativo si tramuta in una svolta assai positiva. Anatoli Ciubais, uno degli esperti di economia più ascoltati da Eltsin, lo porta a Mosca. Da questo momento inizia l’ennesima ascesa professionale e politica nella vita di Putin, che nel giro di poco tempo si ritrova a ricoprire diversi ruoli, fino a quello di massimo dirigente del Consiglio di sicurezza presidenziale.
Nell’estate del 1999 Eltsin è costretto a chiudere con la politica per le sue precarie condizioni fisiche e Putin si candida al ruolo di Presidente della Federazione Russa. L’obiettivo di vincere lo coglie già al primo turno e tale risultato viene da lui raggiunto anche per la promessa di soffocare l’indipendentismo ceceno. Da allora il potere è rimasto ed è tutt’ora nelle sue mani. Questi anni si sono caratterizzati per la vittoria sull’indipendentismo ceceno e su una politica fortemente liberista dal punto di vista economico e assai conservatrice per quanto riguarda le questioni etiche ed i diritti. Putin è considerato infatti poco o per nulla attento alle questioni dei diritti delle minoranze, quali ad esempio gli omosessuali e sono stati diversi gli episodi di violenza in occasione di manifestazioni come il Gay Pride.
Dopo aver ricoperto per una seconda volta il ruolo di Presidente con una vittoria alle elezioni con una percentuale pari al 71% si ritrova a dover fronteggiare la minaccia del terrorismo islamico che proprio nel 2004 si è concretizzata in Russia con la strage della scuola di Beslan. La sua scelta del pugno di ferro è approvata dalla stragrande maggioranza dei russi, i quali lo ritengono l’unico in grado di garantire la sicurezza interna e di fare della Russia uno Stato temuto e rispettato all’estero.
Nel 2008 diviene Primo Ministro, non potendo correre per un terzo mandato presidenziale consecutivo e al Cremlino viene eletto uno dei suoi uomini più fidati. Vi fa ritorno nel 2012 e in questi ultimi anni si è reso protagonista nelle questioni mediorientali, con l’appoggio logistico e militare ad Assad nella guerra civile in corso in Siria. I rapporti con gli Stati Uniti, l’altra superpotenza mondiale insieme alla Cina, sono stati controversi e negli ultimi mesi le tensioni sono aumentate non soltanto con la Casa Bianca, ma anche con la Turchia di Erdogan.
Ad ogni modo Vladimir Putin, della cui vita privata si sa pochissimo, vista la sua attenzione nel preservare la sua privacy, ha riportato la Russia al centro della scena internazionale e ora punta a far valere la propria agenda su tutte le questioni che stanno agitando le cancellerie di tutto il mondo, a partire dalla Siria, per finire con la questione del terrorismo di matrice islamica, che ha recentemente colpito San Pietroburgo.